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Il Dizionario della Buona Cooperazione Sociale
Cooperare - voce del verbo costruire insieme. È proprio la condivisione di idee, di esperienze, di visioni ma anche di azioni che partono prima di tutto dall’ascolto che riusciamo a costruire percorsi intensi e interessanti che hanno tutta la spinta per un futuro con sfumature e luci nuove.
Operare - sul campo, toccando con mano le fragilità, respirando il profumo delle storie che riusciamo a pensare - ancor prima che realizzare - i progetti che meglio rispondono ai bisogni delle comunità. Soltanto questa visione ci permette di creare non servizi pre-confezionati ma percorsi cuciti alle esigenze di chi sta ai margini.
Oltrepassare - i limiti e gli ostacoli di un sistema troppo spesso ingessato che non si alimenta di respiro nuovo, dove il nuovo va costruito dal basso, azionando le energie delle persone, nessuno escluso. Perché per costruire cambiamento ci vuole coraggio, mettendo al centro le sfide e trasformandole in “battaglie” culturali e sociali.
Produrre ricchezza economica - certo, ma anche di pensiero. La buona cooperazione è un insieme di queste note, non serve soltanto distribuire ricchezza per contrastare le povertà o creare interventi laddove il sistema pubblico non riesce a proporsi come innovatore sociale. La ricchezza va costruita, definita, prodotta e generata. E poi connessa ai territori, affinché siano animati da una crescita sostenibile.
Esserci sempre - rimanendo accanto alle persone, specie quelle più fragili, che hanno bisogno di percorsi personalizzati per riconnettersi ai loro territori. Esserci come connettori sociali, interlocutori con le istituzioni e gli enti pubblici per non demandare ad altri l’impegno di tessere economie sociali e produttive che rigenerano persone, comunità, territori.
Ricucire legami - costruire Reti per accendere il desiderio di voler costruire un lavoro corale, complessivo, unitario senza però perdere l’unicità e le sfumature frutto di esperienze singole che caratterizzano i territori.
Attivare il protagonismo delle persone - non basta dare assistenza, lo slancio nuovo è proprio quello di dare a tutti l’opportunità di ricostruire il proprio percorso di vita e incidere positivamente alla rigenerazione delle comunità. Accendere il protagonismo di tutti, specie di coloro i quali vengono considerati come “esclusi”, risvegliare il talento dei giovani che non lavorano e non studiano, attivare nuove “fiamme” a chi vive la disabilità per costruire spazi in cui ciò che contano sono le abilità.
Zero scuse - Il futuro va costruito oggi, dal presente per creare un equilibrio tra innovazione sociale e creatività. Le buone pratiche nascono da questo punto principio, cioè dal fatto che serve dimostrare capacità innovativa e di adattamento, avvicinando le tecnologie agli interventi, diversificando il campo d’azione. Zero scuse, l’ascensore sociale va azionato e movimentato di esperienze dal sapore nuovo.
Inclusione - C’è una grande sfida che lega cooperatori e imprenditori sociali: mettere al centro le persone. Un fattore prioritario, un passo decisivo per restituire dignità sociale e umana, per contrastare le Povertà, per garantire a tutti e tutte gli stessi diritti. Guardare le persone come risorse preziose, talenti unici, da custodire e accompagnare per far sì che il cambiamento si costruisca con la partecipazione di tutti
Opportunità - Opportunità di slancio, di crescita. Cooperare significa per noi ricercare continuamente nuovi paradigmi e opportunità, che superano visioni prettamente tradizionali per raccogliere e accogliere le idee di chiunque creda che per cambiare c’è bisogno di “rompere gli schemi”.
Narrare - l’impatto, comunicare le esperienze di una buona cooperazione è formazione per gli addetti ai lavori, è consapevolezza per l’intera comunità. Narrare attraverso un linguaggio chiaro e accessibile, un bilanciamento tra contenuto e immediatezza. Anche questa è cooperazione, è condivisione di un pensiero che può diventare un modello replicabile in altri contesti.
Empatia - mettersi nei panni dell’altro, comprendere le fragilità e le difficoltà è il primo passo - autentico e vero - per costruire percorsi di riscatto sociale. Professionalità, certo, è il valore che guida tutti i progetti e gli interventi che realizziamo sul campo ma l’ascolto, la cura e quindi l’empatia sono il cuore di ciascun percorso costruite con e per le persone.